Però V. S. mi scuserà; et occorrendoli altro, comandi liberamente, che sarò io prontissimo in servirlo. E le bacio le mani.
Di Fiorenza, il dì 7 9bre 1635.
Di V. S. molto Ill.rePront.mo Servid.e
P. Bened.tto Scaland.ni
Fuori: Al molto Ill.re Sig.re e Pad.ne mio Col.moIl Sig.re Galileo Galilei.
In villa.
Acetri.
3208*.
BENEDETTO CASTELLI a [GALILEO in Arcetri].
Roma, 10 novembre 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 179. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.o
Con l'occasione che il mio servitore viene accompagnando un nostro Padre, vengo ancor io a fare riverentia a V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma, e darli nova della mia buona salute del corpo, e che quanto all'animo spero di ricevere ancora qualche consolazione, poichè il Sig.r Ambasciatore di Francia m'ha promesso di volersi valere dell'Em.mo Sig.r Card.l Antonio(1034) per servire V. S., e non passaranno otto o dieci giorni che si farà il tentativo; e di quanto seguirà gli ne darò parte. Quanto alli studii miei, sono intorno alle fantasie meravigliose del P. Bonaventura, le quali vado domesticando con replicati assalti, e io spero intenderle, ma mi riescono difficilissime.
Ho scritta un'altra mia a V. S. per il nostro Padre Francesco buono(1035), rimettendomi in lei e nel sodetto Padre quanto a quella mia specolazione algebratica(1036). Hora li devo dire di più, che ho scoperto un altro segreto più meraviglioso, il quale è che non solo i numeri niente e meno di niente servono a ritrovare le verità, ma ancora si danno linee e superficie e solidi meno di niente, li quali meravigliosissimamente lavorano, come potrà vedere dall'incluso problema(1037), propostomi dal Padre Francesco e risoluto da me.
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