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      Il Morino, non havendo inteso niente di quel che io scrivo, prima dice che io porto tale argomento per prova del moto della terra, che è falsissimo; secondariamente si fa inventore d'haver trovata la ragione(1060) dell'error degli antichi, la quale ragione(1061) è nel medesimo luogo da me scritta de verbo ad verbum(1062).
      Ma vengo alla domanda di V. S. Ill.ma, la quale è di quanta stima io faccia del libro del Morino intorno alla longitudine da trovarsi per via del moto della luna; e liberamente dico, ch'io stimo altretanto vera cotal invenzione in astratto, quanto fallace(1063) et impratticabile in concreto et in atto prattico. E so certo che nè V. S. nè alcuno degl'altri quattro Signori metterà(1064) dubio sopra il potersi assegnare puntualissimamente la differenza di longitudine tra duoi meridiani col mezzo del moto lunare, tutta volta che si habbiano sicure e certe l'infrascritte cose: prima, un'efemeride del moto lunare esquisitissimamente calcolata al meridiano che vogliono che sia il primo termine, al quale vogliono referir la longitudine di tutti gl'altri; secondariamente, strumenti esattissimi(1065), e comodi da maneggiarsi, per prendere le distanze tra la [vedi figura luna2.gif] e qualche stelle fisse; terzo, grande e sicura prattica di chi ha da maneggiare; quarto, non minor esattezza(1066) nel calcolare scientifico nei computi astronomici; quinto, giustissimi horologi per numerar le hore, o altri mezzi per haverle esatte(1067): sì che finalmente con tutti gli apparati necessarii si possa venire in una esquisitissima cognizione della distanza della [vedi figura luna2.gif] da qualsivoglia altro meridiano.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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