Per concludere questa mia risposta, le ritorno a dire quel c'ho detto nel principio, ch'io mi rimetto al suo più sano giudizio. Mi sono ingegnato di rispondere alle ragioni del Vieta, in favore di coloro che tengono l'angolo della contingenza esser veramente angolo: questa quistione è ambigua e disputabile; potranno quei che sono di parer contrario rispondere alle mie solutioni, ch'io per me li lascio libero il campo.
Per mia sodisfazzione ho rifatto il foglio T et il mezzo foglio V; li mando a V. S.: mi farà piacere accomodare il mio libretto, con rimetterci questi e levar via quei primi, quali potrà stracciare acciò non paiano più.
Del resto V. S. si lamenta dell'età grave e della memoria: sappia ch'io sono nell'istesso passo; sono, dico, di 64 anni. Almeno V. S. sta nella sua villa, con ogni contento; ma io meno qui una vita infelicissima: sono in lite con mio nepote, et il tempo ch'io vorrei stare in quiete, lo consumo ne' tribunali. Pure, così vecchio et infelice che sono, sto sempre paratissimo a servirla, quando V. S. si degnarà commandarmi; alla quale con ogni affetto faccio riverenza.
Di Nap.li, 27 9bre 1635.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo Ser.re
Gio. Camillo Gloriosi.
3216.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 30 novembre 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 181. - Autografa. Alla lettera facciamo seguire le dne proposizioni, che il CASTELLI mandava allegate (lin. 17-19[Edizione Nazionale]), e che sono, pure autografe, a car. 182 dello stosso codice.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
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Vieta Nap Gloriosi Firenze Edizione Nazionale
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