D'Arcetri, il p.° di Xmbre 1635.
Della P. V. R.maDev.mo et Obblig.mo Ser.re
G. G.
3218.
FULGENZIO MICANZIO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 1° dicembre 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 185. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Io havevo ressoluto non rispondere alle lettere di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma se non riscossa la sua pensione, maturata il Settembre passato. Mi è convenuto scrivere, rescrivere e bravare: finalmente mi scrivono che è in mano dell'Ill.mo Baitello, di modo che V. S. ne può disponere a suo piacere, con il ressiduo dell'altra rata, che è £ 52, e questa 140.
Quel maestro Marc'Antonio Mazzoleni(1121) morì di peste; non vi è chi più sappia far li compassi: cosa strana che, sendo di così importanti usi, si lasci perir l'inventione, e che non si trovi nè anco il discorso dell'uso(1122), quale cerco con smania.
Io non intendo punto quello V. S. scrive ne' suoi Dialoghi a c. 241(1123), che non repugna il potersi con la circonferenza d'un cerchio piccolo, e poche volte rivoltato, misurare e descrivere una linea maggiore di qualsivoglia grandissimo cerchio etc.; e n'ho ricerco questi intendenti qui, ma niente capisco le loro risposte(1124): la prego darmene luce, se ne sono capace.
La sfera del S.r Sigismondo(1125) viene ogni dì veduta da qualcuno, e tutti restano appagatissimi, massime per la facilità e per vedersi ocularmente tutti gl'effetti che V. S. scrive delle machie del sole; et io non l'intendevo che in confuso, ma in questo li veggo chiarissimamente.
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