Si crede che verrà in qua il Ser.mo Principe Mattias(1136), et io all'hora ne parlerò seco; e S. A. risolverà se sia bene che io o altri accenni il suo pensiero a S. M.tà Ma il dire di far consapevole S. M.tà della mala intentione di alcuni avversarii dell'autore è al tutto cosa infruttuosa, quando s'ha da dir poi chi siano li avversarii, perchè questi sono in assoluto pacifico possesso in quella santa mente di non errar mai e saper più che gl'altri; e però il cercare di discreditarne un solo sarebbe un procurarsi per via sicura la poco buona gratia di tal Patrone. Però circa questo è ancora tempo: ne tratterò con S. A. Mattias, e V. S. sarà avvisata di tutto; et in caso di mutatione di parere, il voltarsi alla Maestà del Re(1137) non mi dispiace, et allhora direi le considerationi che io ci havessi.
      Già ho fatto la diligenza per havere il favore del Re di Pollonia, et ho incontrato un'ottima congiuntura, perchè il mezo che io adopro è d'una persona a lui gratissima, la quale a punto hora è stata chiamata da esso et è là, ov'io gl'ho scritto, e ne attendo il favore complito, havendolene prima fatto instanza in voce già prima, et esso desiderando compiacermi, ma più di giovare a V. S., quale ama e stima grandissimamente. Ho ancora un amico, confidente mio e confidente di alcuni principali in Roma, ove si trova, che mi ha promesso di usar con destrezza ogni arte che gli sia lecita per far liberare V. S., ma ciò come da sè e di suo motivo e per zelo della reputatione loro.
      Circa i nomi delli interlocutori(1138), mentre a lei non pare da mutarli perchè ella non apparisce nella publicatione, mi dà ragione che assai mi convince; e basterà che il libro non si chiami Dialoghi del G., ma per altro nome, acciò non si equivocasse col tempo, e fussero tenuti anche questi per proibiti.