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      Perchè (sì come io dissi al P. Abbate(1189) e P. Salvatore(1190) a me pare di vedervi una petitione di principio manifesta. Io non so intendere come lui ponga quei diversi pesi obliqui, e non orizontali. Perchè ha da scender il peso maggiore, e salire il minore? forse per ragione delle braccia della bilancia? non già, perchè quelle scemano e crescono a proportione. Se per ragione di peso, adunque lui suppone che il peso più lontano dal centro della terra pesi più: e questo è quel che si cerca. Similmente domando, perchè l'istesso maggior peso non s'accosta più al perpendicolo? forse perchè sarebbe più basso e più leggiere, overo per miracolo? Al meno quella del P. Abbate è vera in qualche caso; seben dai particolari all'universale non è forza d'illatione. Io non considero i pesi sempre in comparatione d'altri pesi, ma di forza bene spesso, o virtù: come, per esempio, se una molla, o pur io stesso (stante vera la propositione) posso qui alzar da terra con le braccia (per non dir con i denti) un peso di 100 libbre, adunque a mezza strada per andare in Pellicceria, di quei pesi io potrei alzarne dua. E questo non ha che fare con equiponderanti, con stadere, o bilance. Nemeno c'ha che fare il mezzo; perchè la molla haverà per sè l'istessa forza, o poco diversa, in acqua che in aria, e la diversità dei mezzi sarà più rispetto ai pesi che alla forza o virtù della molla.
      Scena 3.a Per questo benedetto Archimede io ho purtroppo rotto gl'orecchi al Sig.r Oratio Magalotti, e di più n'ho scritta una lunga lettera al Sig.r Filippo(1191). Consideri quanta sia la mia confusione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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