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      Però commetto a V. P. che per penitenza mi trovi le Galleggianti non solo del P. Abbate(1192), ma ancora del nostro Ecc.mo Socrate, del quale io v'invidio la conversatione, e lo confesso, perchè haverei speranza, con tal conversatione, di galleggiar qualche poco ancor io e goder qualche spiraglio di vera luce. Ma non è tempo di far soliloqui.
      Scena 4.a Non inclusi quella lettera a V. P., perchè purtroppo l'havevo affaticata di prima; oltre che non stimavo molto quella mia consideratione, ma solo cercavo occasione intorno a quell'infiniti per imparare. Pur io ho havuto a caro che ella m'habbia dat'occasione di replicare qualche cosa, che se gli pare da mostrare al nostro Ecc.mo, faccia lei. Io per me non so s'io possa pigliar ardire d'aggravarlo a legger, non che rispondere a queste mie bagattelle. Aspetto bene la demostratione di V. P. e fo seco ogni pace.
      Ma questa commedia non finirebbe in tutto carnovale. Così mi raccomando per fine a lei, e la prego a salutar quanto prima il nostro Ecc.mo Socrate a mio nome, del P. Abbate e Sig.r Nardi(1193).
     
      Roma, il dì 25 Gennaro 1636.
      Di V. P. molto R.daAff.mo Ser.re
      Raffaello Magiotti.
     
      Non occorre haver tanta fretta di mostrar questa lettera al Sig. G. G., ma potrà andarvi con suo commodo. Se ben l'inclusa(1194) sarà bene ricapitarla subito, poi che egli me la domanda.
     
     
     
      3251*.
     
      RAFFAELLO MAGIOTTI a [GALILEO in Arcetri].
      Roma, 26 gennaio 1636.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 177. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo S.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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