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      Costì non debbon mancare Scillo e Carino (credo voglin dire Scilla e Cariddi), nè meno la patria del mio maestro Archimede Siracusano, i grechi, i claretti etc. Havranno, come spero, comodo di farmegli capitare col ritorno delle casse della dispensa; et io prontamente sodisfarò tutta la spesa, ma non già tutto l'obbligo col quale resterò legato alle SS.e loro, perchè sarà infinito: ma là dove non arriveranno le forze, supplirà in parte la buona volontà e la prontezza in servirle, dove mi onorassero di qualche loro comandamento.
      La neve in questa notte passata si è alzata un buon palmo, e tuttavia continua per arrivare al mezo braccio. E con affetto bacio loro le mani.
     
      Dalla mia carcere d'Arcetri, li 4 di Marzo 1635(1247).
      Di V. S. molto Ill.reParat.mo et Obblig.mo Ser.re
      Galileo Gal.i
     
     
     
      3269.
     
      FULGENZIO MICANZIO a [GALILEO in Firenze].
      Venezia, 8 marzo 1636.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 217. - Autografa la sottoscrizione.
     
      Molto Ill.re et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
     
      La lettera di V. S. molto Ill. et Eccell.ma d'i 23 passato non mi è capitata se non martedì 4 del corrente; sì che accade anco a noi qui, benchè siamo nella città, lo svario de' tempi.
      Mi è stato presentato un libreto di un tal Capucino veronese, che voleva stanpare, e scrive contra il moto della terra; e l'haverei lasciato correre per far rider il mondo, perchè la bestia ignorante à dodeci argomenti, che è la sostantia del suo discorso. Fa per ciascuno il titolo di demostratione irrefregabile et insolubile; e pure niente altro porta se non quelle fantollinarie rissolute già da chi intende: dove quest'animalaccio intende tanto di geometria e matthematica, che mette per dimostratione che se la terra si movesse, non havendo sopra che appoggiarsi, bisognerebbe che cadesse.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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