Vivo mal sodisfatto di me medesimo, che non posso sollevarmi dalla condizione del resto delli huomini; poichè se io ammiro le virtù di V. S. molto Ill.re, se la riverisco, se l'adoro, come io fo, con tutto il cuore, non trascendo un sol ponto nè mi avvanzo sopra gli altri, perchè tutto il mondo fa il medesimo. Consoli V. S. molto Ill.re un suo umilissimo servitore col privilegiarlo di qualche commando, a fine che, servendole, venga a far qualche cosa che ordinariamente non fanno tutti gli altri; ed io pregherò N. S. che, oltre il concederle felici le prossime Sante Feste di Pasqua, oltre il liberarla da cotesta solitudine che appella carcere, oltre il conservarla in Sua grazia, le conceda di viver sano tanti anni quanti viverà gloriosa la sua fama, quanti dureranno i beneficii che ha fatti al genere umano, e quanti si celebrerà per un miracolo di natura il Sig.r Galileo Galilei.
Di Roma, li 15 Marzo 1636.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.maS.r Galileo. Fior.
Umiliss.o ed Obbligat.mo Serv.rePier Batta Borghi.
3274*.
FORTUNIO LICETI a GALILEO in Firenze.
Padova, 21 marzo 1636.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 221. - Autografa.
Molto Ill.e et Ecc.mo S.or, S.or mio P.ron Col.mo
Il Castro(1268) et altri mi ha con importune scritture cavato dalla penna gli ultimi Dialoghi da me pubblicati, de' quali volevo inviarne a V. S. Ecc.ma gli esemplari coll'occasione di mandarne al S.or Tuoti, libbraio in Firenze; ma tardando egli la risolutione di chiedergli, come si deve, non voglio più tardar io a complire a questo mio debito.
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