Il S.re Galileo Galilei.
In villa.
3292*.
VINCENZIO GALILEI a [GALILEO in Arcetri].
Firenze, 30 aprile 1636.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., Nuovi Acquisti, n.° 45. - Autografa. Alla lettera facciamo seguire una scrittura di GALILEO, relativa alla lite di cui parla VINCENZIO: scrittura che si legge, autografa, sul di fuori della lettera stessa. In calce a questa scrittura VINCENZIO GALILEI notò: "Del G. circa la lite col Taccoli fabbro"(1318).
Cariss.mo Sig.r Padre Oss.mo
Sarò di nuovo col Sig.r Geri per conto delle mortadelle, et avanti sabato l'avviserò di quel che occorre.
Feci vedere la sua scrittura all'Assessore, quale persiste in dar il torto a V. S., fondandosi insomma in su quella parola della scritta del riservo del dominio. Mi ha detto ch'io le faccia vedere a qualch'altro dottore: che se sarà del suo parere, esorta V. S. all'accordo; quanto che no, dice che studierà la causa secondo l'obbiezzioni che gli saranno mosse. Gli dissi ancora del mancamento di M.ro Agostino(1319) per non haver procurata la licenza da' Nove di convenirla. Mi ha risposto, conforme che li scrissi, che sarà nullo tutto il fatto sin qui, ma per questo non starà che M.ro Agostino, havendo ragioni, non ricominci la lite da capo. Tornerò da lui, e gli dirò che è stato parlato a V. S. dell'accordo; e gli avviserò quel che ne cavo.
La Sestilia dice che non ha pattuita la tela; ma può esser che la Madre badessa, che gli ha proposta la tessitora, habbia lei fatto il patto, che V. S. se ne potrà informare, e piacendoli, potrà mandarli i quattrini; et harà(1320) caro che la tela s'imbianchi e curi costà su, già che qua non ci è la comodità. E con questo li baciamo amendue le mani.
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