E li fo humilissima riverenza.
Roma, il 10 di Maggio 1636.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
S.r Gal.o
Devotiss.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.loDon Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze,
in Arcetri.
3300*.
MARCANTONIO PIERALLI a [GALILEO in Arcetri].
Pisa, 12 maggio 1636.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 206-207. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo P.rone Col.
A persuasione d'amici e padroni, forse troppo interessati d'affetto, ho lasciato stampare una mia Orazione(1343), ch'io recitai a i giorni passati in questo Duomo a Mons.r Arcivescovo(1344) nel suo solenne ingresso. Ne mando una a V. S. Ecc.ma, dalla quale se non sarò lodato, saranno almen compatite le imperfezzioni del mio ingegno. Qui non posso negare che è stata sentita e poi ricevuta con applauso; ma il romor delle voci popolari non m'impedisce il conoscer [me] stesso, e stimo più infinitamente il giudizio d'un savio solo che di tutta la turba de i litterati. Per questo ho maggior timore a lasciar veder quest'operetta a V. S. che non ho havuto a pubblicarla in questa città, dove pur tanti pretendono di esser la pietra del paragone della vera litteratura. Confido nondimeno nella benignità di V. S., dalla quale se non potranno esser lodati gl'ornamenti, saranno avvertiti gl'errori; e io goderò d'haver conseguito 'n un tempo istesso due beni, cioè il diletto dell'applauso universale e il frutto della correzzione d'un mio particolar padrone e da me con particolarissimo affetto reverito.
| |
Gal Oblig Dis Bened Castelli Galileo Galilei Filosofo Arcetri Arcetri Orazione Duomo Mons Arcivescovo
|