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      Elzivir, perchè questo non burlarà, ma presto darà la consolatione a i virtuosi, che non ponno ricever da altri che dall'ingegno divino del mio Sig.r Galileo. Non si metta difficoltà, che o latino o volgare che scriva, tutto starà bene; e non dubiti che immediate le sue compositioni non siano portate in tutte le lingue.
      La veggo scrivere tanto di suo pugno, che me ne maraviglio, perchè io ho fatto una mano gravissima, e non trovo cosa che più m'offenda che lo scrivere. Si conservi; e pregandole dal Signor Dio felicità, le bacio le mani.
     
      Ven.a, 7 Giugno 1636.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevotiss.o Ser.
      F. F.
     
     
     
      3307*.
     
      LODOVICO BAITELLI a [GALILEO in Arcetri].
      Brescia, 11 giugno 1636.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 210. - Autografa.
     
      Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.re et P.ron mio Col.mo
     
      Nel regale esquisitissimo che l'incomparabil generosità di V. S. molt'Ill.re et Ecc.ma ha voluto fare all'inutile mia servitù, vorrebbe l'animo mio esser tutto gratie per poter, almeno con esterne dimostrationi, attestarle l'infinita obligatione ch'io ho contratta con lei, già che ne gl'eccessi della cortesia ricevuta senza alcun mio merito mi si leva la speranza di mostrarmene in qualche maniera grato. Al P. Rev.mo(1368) in discorso richiesi se in Venetia si trovava presso ad alcuno de' Signori il compasso di V. S. molt'Ill.re et Ecc.ma, per vederlo et studiarlo; egl'ha voluto, secondo il suo solito, favorirmi con tanta pienezza, che m'ha reso di maniera confuso che non ho concetto adequato all'obligatione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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