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      Il quale se si risolverà a ristampar tutte l'opere mie in un volume, mi sarà gratissimo e son sicuro che haveranno esito; e quando in questo affare gli fusse a grado che io mi obbligassi a torne un centinaio o altra quantità, pagandogliene prezzo conveniente, lo farei di buona voglia. Però in questo mi rimetto in loro.
      Sarebbe anco necessario che il S. Beniamino(1392), se è ancora costì, scrivesse al S. Bernengero che mandasse molte copie dell'uso del mio compasso(1393), perchè hanno una chiesta grande, e qui continuamente mi bisogna farne far copie manuscritte con tedio e spesa. Della prossima settimana manderò i cristalli per il S. Berneggero(1394), i quali il S. Beniamino potrà mandare, o vero il Sig.r Elzevirio condur seco e farglieli pervenire. Quello che ella mi scrive(1395) che va seguendo dopo la proibizion de' miei Dialogi, mi dispiace grandemente, perchè può haver cagionato maggior commozione ne i superiori, atteso che il dar licenza di leggergli è ridotto a tale strettezza, che S. S.tà la riserba in sè solo; sì che posso ragionevolmente temere che finalmente se ne sia per annullar anco la memoria. Con che gli bacio le mani, e insieme al mio S. Elzevirio.
     
      D'Arcetri, li 28 di Giugno 1635 (sic).
     
      Dev.mo et Ob.mo Ser.reG. G.
     
     
     
      3318*.
     
      FULGENZIO MICANZIO a GALILEO in Firenze.
      [Venezia, 1636(?)].
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 153. - Originale, di mano d'amanuense.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.o
     
      In questo punto, che è necessario mandar le lettere, ricevo quella di V. S. delli 15, alla quale non faccio se non questo verso di risposta a sua consolatione: che è neccessario che il Ser.mo Principe Leopoldo habbi voluto darli un poco la burla, perchè tanto è lontano che la sfera fabricata dal mio Alberghetti(1396) sia contraria a quella di V. S. Copernicana, che anzi l'ha fabricata di punto secondo che ella gli ha insegnato nel suo libro, perchè questo non sapeva per imaginazione niente di questo fatto, se non quello che ha imparato nel suo libro per esser volgare, non havendo lingua latina; ed io mi obligo fargliene mandar dal sudetto Alberghetti, come ritorni di villa, un dissegno, dal quale vedrà con maraviglia fatto dall'arte quello che ella nel suo Dialogo ha sostenuto poter esser fatto dalla natura.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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