Io credo però che non sarà molta la difficoltà, perchè sino a quest'hora credo che la maggior parte sarà stata fatta latina. Quando li ho letta la particela che doveran escludersi quei disgraziati Dialogi, si è posto a ridere et ha detto: Dio guardi! pur questi meritano. Questo è di punto quanto ho trattato.
Ho letta l'epistola liminare(1424), quale rimando, et con gusto inesplicabile, perchè tocca gentilmente quello che è vero e notorio a tutto il mondo: e V. S. si consoli, e stia sicura che la sua gloria e fama non può esser soppressa da alcuna malignità o potenza umana; ma V. S. la goda in vita, nella quale Dio la conservi con prosperità longamente; ma doppo sarà ancora maggiore. Con qual fine a V. S. molto Ill.re et Eccell.ma bacio le mani.
Ven.a, 19 Luglio 1636.
Di V. S. molto Ill.re et Eccell.maDevotiss.o Ser.
F. Fulg.
3325*.
MATTIA BERNEGGER a MELCHIORRE HURTER in Sciaffusa.
[Strasburgo], 25 luglio 1636.
Bibl. Civica di Amburgo. Codice citato nella informazione premessa al n.° 2613, car. 183r. e t. - Minuta autografa.
Melchiori Hurtero, Theologo,
Scaphusiam.
Mirifica duo, eaque prorsus aprosdoketa, habuit epistola tua nupera, candidissimi pectoris et propensae in me benevolentiae notis referta: primo, quod placuisse tibi significas Apologiam illam Galilaicam, ad defendendam aut saltem impietatis absolvendam sententiam istam de terrae mobilitate comparatam. Nihil dissimulo: misi quicquid id est libelli, non quod tibi probatum iri crederem, qui sciam, neminem tui ordinis hominibus inclementiora de Copernicano paradoxo iudicia ferre solere; verum ut, alios antevertens, ipsemet apud te deferrem nomen meum, et experimentum caperem, an aequo animo pati possis amicum eiusmodi, absurdissimo viso et a sapientissimorum etiam auribus abhorrente, dogmate infectum.
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