Lodovico Elzevirio la sua opera del moto, ed avuto parola da lui di stamparla, goda della speranza di beneficare il pubblico e di vederne presto l'effetto. Procurerò di sapere quando sarà arrivato, per farnelo sollecitare vivamente dagli amici; e se V. S. averà fatto (come si suole) qualche particolare trattato seco per la sua ricompensa, dandomene notizia procurerò di farnegli osservare.
Ho dato avviso al Sig. Berneggero della lettera che V. S. mi dice avergli scritta, e de' cristalli per un telescopio mandatigli per esso Elzevirio. A questa nuova so che giubbilerà e gli parrà di esser già in Cielo. Se il povero Sig. Schiccardo(1493) vivesse, lo goderebbe anco lui, e trapasserebbe fiumi e fuochi per questo, avendomene più volte scritto.
Sebbene col R. P. Campanella e col Sig. Erigone(1494) avevo ragionato dell'invenzione di V. S. per le longitudini, e communicato loro le lettere che ne aveva scritte coll'occasione degli scritti che io gli mandai del Morino(1495), non mi sono però dispensato di passar con loro, nè con altri, più avanti, avendo tenuto (come era il dovere) il suo segreto segretissimo, essendo restato ristretto nel Sig. Grozio ed in me, essendosi compiaciuta di confidarcelo; di che mi è paruto doverla chiarire per liberarla da ogni dubbio contrario che potesse nascergli dalla prima communicazione avuta con loro, della quale in quel tempo avvisai V. S., non volendo dispensarmi di farne parte se non quando ed a chi V. S. mi ordinerà. Bacio a V. S. reverentemente le mani.
| |
Elzevirio Elzevirio Cielo Campanella Morino
|