Sua Altezza partì stamattina a buonissima hora alla caccia, et è stato fuora tutto il giorno, sì che quando io havessi volsuto trattar l'interesse del Re di Pollonia, non haverei potuto. Ma nel legger il resto della lettera di V. S., contenente l'interesse(5) di lei medesima, risolvetti subito di abbracciar prima il negotio suo, parendomi che comportassi minor dilazione, e di vedere contro di lei il pericolo solito di qualche impertinenza.
La sua lettera mi pare che rappresenti al vivo l'abbondanza delle sue ragioni: però mi elessi di leggerla primieramente a chi più mi pareva che importassi, cioè al Sig.re Auditore, ma bene in qualche congiuntura tanto quieta, che potesse imbeverla bene e ricever tutti i colpi. Mi è finalmente riuscito assai bene; ma ho saputo in ultimo che la sentenza non la darà Sua Sig.ria Ill.ma, ma che il negotio fu rimesso e mandato costà alla Ruota, quattro o cinque giorni sono. L'informatione fatta qui non può se non giovare; ma costà penso adesso che bisogni l'occhio aperto, se già questa revisione non fusse venuta a fermarsi dove ella vorrebbe, cosa che per hora stimo al contrario. Io compatisco in estremo V. S. e ne ho travaglio; ma sono hora mai avvezzo in pazienza alla stranezza del suo destino.
L'altro negotio del Re di Pollonia vedrò di trattarlo quanto prima, e ne darò subito avviso a V. S., e insieme le manderò una lettera per il Rev.mo P. F. Fulgentio, già che stasera non ho dramma di tempo.
Tronco i ringratiamenti ch'io devo alla benignità di V. S., che sempre mi va accumulando di favori e di gratie singolari.
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