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      Lessi prima a S. A. il principio della seconda lettera di V. S., non toccando il negotio della incudine(15), non mi parendo più niente profittevole. Lessi poi, come ho detto, gran parte della terza, dove, al pensiero del Re per impetrare la liberatione di V. S. etc., non mosse parola.
      L'uso delle cigne, intorno al quale ella mi domandò qualche avviso, mi dice il Sig.r Lori(16) che per hora non si esercita; innanzi alla partita delle galere ci fu un giorno solo, o due al più, di scuola, doppo l'ordine di S. Alt.za; e doppo il ritorno delle galere è stata fin qui chiusa sempre la scuola per mancanza di scolari, chè tutta la ciurma era ammalata; ma che, guarendo e ricominciandosi l'arte, si ripiglierà il nuovo artifitio.
      La gelosia che ha V. S. del P. F. F.(17) fa temere anco me: pure voglio sempre sperar bene, e il silentio di 4 settimane si può attribuire a molte non cattive cagioni. Invio a lei la lettera, perch'ella mi favorisca d'inviarla sicuramente, sì come ella mi si offerse; e di nuovo le rendo gratie infinite della partecipatione favorevole da V. S. incamminatami appresso un tanto suggetto.
      Ho contento grandissimo nel sentire che la sua nuova dottrina delle resistenze e del moto sia già sotto la stampa e che l'Elzeviro faccia instanza del resto del moto, e che però V. S. vadia lavorando intorno a' proietti. Vorrei essere intanto quanto prima a goderne, et essere il primo a nutrir l'anima delle sue nuove e sempre maravigliose dottrine; ma non veggo modo di partirmi di qua per più mesi senza mio storpio notabile e senza scandalo mentre ci è la Corte: però mi è forza il digiunare in pazienza.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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