Il S.r Alberto(46) sta bene e fa riverenza a V. S., e passati questi crudeli freddi in ogni modo l'inviarò a V. S.; sebene per altra gli scriverò in questo proposito più diffusamente. Intanto la supplico a tenermi in gratia sua e del Sig. Bartolomei, e con tal fine gli faccio humilissima riverenza.
Monaco, li 5 Febraro 1637.
Di V. S. molto Ill.reObligat.mo Ser.re
Gio. Giacomo Porro.
3431.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 7 febbraio 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 8. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill. et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Mi capita la lettera di V. S. molto Ill. et Eccell.ma dell'ultimo passato con l'allegata dell'Eccell.mo Sig.r Matthematico di Pisa(47), alla quale farò risposta il seguente ordinario. Questi sono degl'honori che io ricevo dal mio Sig.r Galileo, il quale so bene che non può stare senza qualche speculatione mirabile. Godo sommamente d'intendere che s'affattichi a perfettionare la materia de' proietti, che sarà tutta nova. Ma quale delle opere del Sig.r Galileo non è nova? Mi pare impossibile che anco in quella materia, che la renderano immortale et ammirabile a quelli istessi che, col perseguitarla, la credono più di tutti, e restano convinti, io credo, della verità, ma certo della maraviglia, non habbia delle osservationi e delle speculationi, da comunicar almeno agl'amici et a quelli che, conoscendola, non solo l'ammirano, ma adorano come un nume l'auttore.
È verissimo quello che V. S. mi dice, che la meditatione dell'immensità mi trabalza nel medesimo tempo ne i minimi, e, quello che importa, in questi trovo più che meditare che in quella, e mi passano per mente tante cose che mi confondono: che in fatti vi ricevo gran solazzo, e passo poi, come non so trovar ripiego per intendere, al detto di Salomone, che Dio fecce il mondo e lo diede da disputar agl'huommi, ma con questa risserva e conditione, che non intendano mai nessuna delle opere, che egli fecce e fa, dal principio al fine; il che li nostri theologi, che tanto sanno delle cose divine e tanto poco delle naturali, intendono per hiperboli, et io l'intendo litteralissimamente, e sempre più mi vo chiarendo che così sia.
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