Parigi, 20 marzo 1637.
Dal Tomo III, pag. 430-433, dell'edizione Fiorentina citata nell'informazione premessa al n.° 1201. La presente è la traduzione, inviata dal DIODATI a GALILEO (cfr. n.° 3499), dell'originale. - A questa lettera tien dietro, nella citata edizione Fiorentina, una "Poscritta del Deodati al Galileo", la quale, com'è naturale, dovette esserle accodata quando il DIODATI trasmise la lettera a GALILEO; e perciò noi la pubblichiamo al posto che cronologicamente le spetta (cfr. n.° 3499).
Parigi, 20 Marzo 1637.
La fama della virtù e de' gran meriti di V. S. Illustrissima avendomi più volte fatto desiderare di godere ereditariamente nella sua persona dell'amicizia della quale (essendo io in Olanda nell'anno 1612) l'Illustrissimo Sig. suo Padre(95), di felice memoria, m'aveva onorato, e continuatamela anco di poi mentre ha vissuto; ora, con l'occasione d'un negozio importantissimo, nel quale ricorro alla sua protezione verso gl'Illustrissimi Signori Stati, dignissimo della loro grandezza e potenza, me le vengo a offerire devotissimo ad onorarla e servirla.
Il Sig. Galileo Galilei (il solo nome del quale, senza altra più particolare denotazione, manifesta l'eccellenza del suo merito, come di persona singolare nel nostro secolo, avendolo illustrato per le cose da lui ritrovate nel cielo, inaudite ed incognite a i secol passati), avendomi scritto da un anno in qua (secondo l'antica amicizia della quale Sua Signoria s'è compiaciuta onorarmi) che oltre le cose da lui ritrovate e pubblicate gliene restava una importantissima, desiderata in universale da tutti, ed alla ricerca della quale tutti i gran principi avevano invitati i mattematici e gli astronomi con promesse d'onoratissime ricompense a chi la trovasse, cioè l'invenzione delle longitudini, nella quale, essendosi affaticati invano fin adesso, gli era felicemente riuscito di venire a capo ed accertarsene per ogni sorta di prove ed esperienze continuate per molt'anni; non restarli se non di trovare un principe potente, al quale dedicando il suo segreto, il negozio sotto tali auspici pigli stabilimento, ed in progresso di tempo ne sia introdotto l'uso per terra e per mare, dove assai più questa invenzione era necessaria per la sicurezza de' naviganti; essendomi rallegrato seco che con questo nuovo trovato potesse, oltre a' precedenti già pubblicati, anco illustrare la sua memoria con un tanto beneficio verso il genere umano, gli scrissi che mi pareva (se per altre considerazioni non ne era ritenuto) che per questo non poteva far migliore elezione che degl'Illustrissimi Signori Stati Generali delle Provincie Belgiche federate, concorrendo in essi tutte le qualità desiderabili per la perfezione di questo, e potendo meglio d'ogn'altro principe, per via delle continue ed universali loro navigazioni, introdurre e stabilirne l'uso, avendo negli stati loro peritissimi astronomi e numero grandissimo di nocchieri e marinari espertissimi ed industriosissimi, e che di più poteva sperare, anzi assicurarsi, che essi, conoscendo per prova l'importanza di questo negozio e l'onore che glie ne riuscirebbe rendendosi pubblico ed all'uso universale del genere umano sotto i loro auspici, non mancherebbono di testificarglielo, rimunerandolo onoratamente secondo la solita loro magnanimità. Avendo dunque esso Sig.
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