Son certo che da lei, ove occorrerà, sarò sempre favorito della sua protezzione. Di Padova il negotio(132) sta in trattato; ma sono sconsegliato per la lontananza, e per questo non lo batto con caldezza. Vorrei rendermi habile a corrispondere a' suoi favori, e le fo reverenza.
Di Siena, il 6 Aprile 1637.
Di V. S. molto Ill.re ed Eccl.maObbl.mo Ser.re
Alesandro Marsili.
3461.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 11 aprile 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 18. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Vedrà V. S. dalla collegata(133) il principio dell'impressione delle sue fatiche et speculationi, et il desiderio del Sig.r Elzivir di havere il ressiduo et compimento dell'opera. Dall'intaglio di queste quattro figure mi pare potere sperar una stampa bella. Mi manda 7 fogli d'un'opereta che portò seco di qua: in tutti 7 non vi è l'errata(134) d'una sola lettera, che nelle nostre stampe l'errata avanza il resto.
Il P. Mathematico di Bologna(135), coll'occasione del suo capitolo in Roma, verrà a vedere V. S. Io gl'invidio la felicità. Deve publicare qualche cosa, ma, per quanto mi scrive, più per la comune che di suo genio: calamità de' grand'ingegni, che non possono meno far conoscere quanto siano elevati fuori del volgo; et Diogenes a vulgo neque reges ipsos secernebat.
V. S. affretti il mandare quello che si deva aggiongere all'opera sua, nec parcat calamo: faccia scrivere da altri, perchè a' vecchi è gran pena lo scrivere, ma il copiare intolerabile.
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