Quanto a' vetri, io ne ho quattro para di quei di Napoli nelle mani, e sono dell'Em.mo Sig.r Card.e Antonio(167), i quali tutti, ancorchè ricerchino varii cannoni, sono esquisitissimi, e ne aspetto due para di Napoli quanto prima; e mosso da quello che mi disse il Sig.r Magiotti nostro, disegno di regalarne di un paro il Ser.mo Gr. Duca mio Signore, se mi riusciranno di perfezzione degni(168) di mandarli tanto alto. Con uno di questi che ho nelle mani, io posso leggere una lettera, del carattere che è questa che scrivo, lontano ottanta sei passi andanti de' miei, e forsi più: V. S. giudichi la perfezzione. Se io havessi hauti dinari, non mi sariano usciti dalle mani, ancorchè il maestro li faccia pagare salati bene, perchè la verità è che quello antico mio, in comparazione di questi, è un niente, nè io l'ho mai più potuto vedere dopo che ho provati questi.
Altro non ho che dirli; forsi per il primo ordinario li darò altre nove: per hora li fo riverenza, e me li confermo quel di sempre servitore di vivo cuore.
Roma, il 2 di Maggio 1637.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
Al S.r Gal.o Gal.iHumil.mo Devotiss.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo [Galilei], p.o Filosofo di S. A. Ser.ma
Firenze.
3473*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 2 maggio 1637.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 120. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.. et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Mi capitano insieme le due gratissime lettere di V. S. molto Ill.re et Eccell.ma d'i 18 et d'i 25 passato, et in questa il foglio con le tre figure della sua opera; et non l'ho mandato hieri al Sig.r Elzevir, perchè il Sig.r Giusti(169) libraro, che tiene la corrispondenza, non si trova qui: lo mandarò per le prossime infallibilmente.
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