Tomo II, Macerata, MDCCLXXXII, presso Bartolommeo Capitani.
Mi è stata di estrema consolazione la lettera di V. S., scorgendo in essa la prontezza del Serenissimo Padrone in sollevarmi dalle tante fatiche, le quali da due mesi in qua hanno grandemente oppressa la mia vecchiaia. L'aiuto del Signor Peri in pochi giorni mi condurrà in porto, dove poi tranquillerò la mia vita, non con l'ozio, ma con studi meno gravi e più piacevoli. Oggi ricevo avviso da Venezia(179) che è per strada il primo foglio stampato, che vien per caparra che in Leiden si lavora per me da quelli Elzevirii, più famosi stampatori d'Europa; e sono quelli che stamporno il mio Dialogo, fatto latino dal Signor Berneggero, come anche ultimamente quella mia scrittura a Madama Serenis., di gloriosa memoria, fatta pur latina e stampata nell'una e nell'altra lingua, della quale aspetto alcune copie.
Discorrendo col Signor Principe Gio. Carlo, compresi come il S. G. D., per sua benignità, non disgradirebbe una mia visita, quando potesse seguire senza mio danno. Io, desiderando una tal grazia, sono andato pensando, che facendo essere un carrozzino a buon'ora alla Pace(180), io vi potrei entrare, e serrato venirmene alla Petraia(181), e la sera al tardi ritornarmene nell'istesso luogo. Lascio alla diligenza di V. S. di far la proposta, ed insieme render le debite grazie a S. A. S. del favore che mi fa dell'aiuto del Signor Peri: ed a V. S. con ogni affetto bacio le mani, e rendo il saluto a Tordo(182).
D'Arcetri, li 9 Maggio 1637.
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