Pagina (89/584)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Di V. S. molto Ill. et Eccell.maS.r Galileo.
      Dev.mo Ser.
      F. Fulgentio dei Servi.
     
     
     
      3480**.
     
      ALESSANDRO NINCI a GALILEO [in Arcetri].
      S. Maria a Campoli, 9 maggio 1637.
     
      Bibl. Naz. Fir. Appendice ai Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 159. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio P.ron Col.mo
     
      Sono stato molti giorni travagliato da un mio catarro, e più dalla febre; pure, per grazia di Dio, da domenica in qua mi pare essere libero, e vo recuperando le forze. Però se V. S. ha bisogno di farina o d'altro di che io la possa servire, non sarò così lungo come nelle fascine: delle quali ho mandato solamente 150, che costano lire otto e mezo, perchè non ho saputo se sieno riuscite buone, sì come io l'ho pagate per tali, occorrendo alcune volte che i vetturali mostrano d'una sorte e portano d'un'altra; però se V. S. ne vuole più di quelle o d'altre, mi accenni, che procurerò che resti servita.
      Detti finalmente in retrovendita quella mia casa(185), ma in maniera che non m'è pervenuto danari da sodisfare V. S., perchè m'hanno progiudiato a questa vendita i terremoti, e per ultimo s'erano opposti insino i diavoli, essendosi sparsa voce che alcuni folletti molestavono gl'abitatori; ma in verità erano diavoli incarnati, che offendevano il venditore, sì che, per uscire una volta di questi intrighi, m'è convenuto pagare altri 50 scudi per il mio cugino, a' quali non ero obligato, perchè costui la comprassi, che altrimenti non ci sarebbe entrato. Così V. S. resta in dietro, che pure doverebbe essere preferita ad ogn'altro: e io, con tanto mio rossore e confusione, bisogna che ora suplichi V. S. a restar appaghata che io vadia estinguendo il debito, come ho cominciato, con provedere alla sua casa di quello che si trova qui nel paese, o pure, se lei non mi conosce atto a poterla, o per dir meglio saperla, servire a suo gusto e senza suo disavantaggio, si compiaccia che io di tempo in tempo gli rimetta in danari tutto quello che io potrò. So che è maggiore la sua benignità che non è la mia impertinenza, e però confido che per questo non mi sia per esiliare dalla sua grazia, mentre co 'l fine gli faccio debita reverenza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





Eccell Fulgentio Servi Arcetri Maria Campoli Mss Filza Favaro A Dio