Di che essendo stato informato da esso (avendomi fatto l'onore di confidarmi questo suo negozio da poco manco di due anni in qua), ho preso ardire, Illustrissimi Signori, d'avvisarne l'Eccellenze vostre, sentendomici obbligato come devotissimo alla prosperità ed alla gloria dello Stato loro; supplicando le vostre Eccellenze ecc.
3483.
ELIA DIODATI a COSTANTINO HUYGENS [all'Aja].
Parigi, 15 maggio 1637.
Dal Tomo III, pag. 442, dell'edizione citata nell'informazione premessa al n.° 1201. La presente è la traduzione, inviata dal DIODATI a GALILEO (cfr. n.° 3499), dell'originale.
Parigi, 15 Maggio 1637.
Non potendo abbandonar questo negozio per diversi rispetti, e principalmente per il bene che ha da riuscirne all'universale, essendo persuaso della verità e certezza di esso, prego umilmente V. S. Illustriss. ad interpetrare in bene la cura sollecita che ne piglio con scriverne anco agli Illustrissimi Signori Stati; rimettendo nondimeno alla sua prudente censura di presentar loro o di sopprimere la mia lettera(188), secondo che conoscerà dover farsi per il maggior bene del negozio.
3484.
RAFFAELLO MAGIOTTI a GALILEO in Firenze.
Roma, 16 maggio 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 22. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r S.
Non è poco che V. S. molto Ill.re et Ecc.ma habbia letto con qualche gusto la circolatione del sangue, scritta da me(189) con modo pur assai confuso e con mente astrattissima, sebene io non l'amo più per giudice delle parole che delle cose. Così non è poco ch'ella non si sia scandalezzata di qualche mia impatienza, ma solo dell'haver io offerta soddisfatione per il copista.
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