upposto; quanto che no, le mie dimostrazioni, fabricate sopra la mia supposizione, niente perdevano della sua forza e concludenza; sì come niente progiudica alle conclusioni dimostrate da Archimede circa la spirale(216) il non ritrovarsi in natura mobile che in quella maniera spiralmente si muova. Ma nel moto figurato da me è accaduto che tutte le passioni, che io ne dimostro, si verificano nel moto dei gravi naturalmente descendenti: si verificano, dico, in maniera, che mentre noi ne facciamo esperienze sopra la terra, et in altezze e lunghezze da noi praticabili, non s'incontra niuna sensibile diversità; la qual però diversità, sensibile, grande et immensa si farebbe nell'avvicinarsi e grandemente approssimarsi al centro. Et ancorchè l'amico suo ammetta che nel farne esperienze riescano senza errore, ma che con tutto ciò vuole anteporre la ragione al senso, che può ingannarsi, io gli mostrerò qualche esperienza che pure dovrebbe farsi sensibile e senza inganno del senso. Pendano da due fili egualmente lunghi due gravi, quali sarebbero, per esempio, due palle d'archibuso; e l'uno di questi fili sia attaccato nella più sublime altezza che haver si possa, e l'altro nella più bassa, posto la lor lunghezza essere di 4 o 5 piedi; e stando 2 osservatori, l'uno nel luogo altissimo, e l'altro nell'infimo, allarghino dallo stato perpendicolare esse palle, e dato loro l'andare libero nell'istesso momento di tempo, vadano numerando le loro vibrazioni, continuando la moltitudine di quelle per molte centinara; che troveranno riscontrarsi talmente i numeri di quelle, che nè in molte centinara, nè anco migliara, si troverà lo svario di una sola: argomento necessariamente concludente, che ciascheduna di esse si fa sotto tempi eguali.
| |
Archimede
|