Stati alla mia proposta; ma simile larghezza di tempo non mi pare che mi venga conceduta dall'altre due lettere de i soprannominati, anzi me ne fanno istanza e fretta. Io però, rispetto allo stato in che mi trovo, sono necessitato ad aspettare di potermi servire della propria vista, essendo impossibile servirmi degli occhi di altri, in particolare per rivedere calculi, osservazioni ed altre cose necessarie, fatte già molti anni sono intorno a i movimenti de i satelliti di Giove, per ridurre il tutto congruente al tempo presente ed al bisogno che sarà del Sig. Ortensio o di altri a chi sia imposta la carica di continuare l'osservazione, calculare l'effemeridi, ed in somma continuare tutto il maneggio di questo negozio; che, per mio parere e consiglio, doverà cadere in mano dell'istesso Sig. Ortensio, come, per mio giudizio, attissimo a simil opera, ed anco perchè se ne dimostra desideroso.
Mi vengono anco domandati dall'istesso Sig. Ortensio i vetri per un telescopio, i quali sieno di perfezione tale che mostrino ben terminato il disco di Giove e chiaramente apparenti i quattro suoi satelliti; effetto che, come egli scrive, non si ha da quelli che si fabbricano in Olanda. Se mi succederà prontamente il farne provvisione, gli invierò a V. S. molt'Ill. insieme colle presenti. Resto con pregarle da Dio intera felicità.
A questa lettera, quale si legge nella citata edizione Fiorentina, uniamo il seguente capitolo, che con la medesima data "6 Giug.o 1637" è trascritto nei Mss. Gal. della Biblioteca Nazionale di Firenze, P. V, T. VI, car.
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