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      Il dubbio che principalmente vien promosso da V. S. Illustriss., per quanto mi significa il Sig. Ortensio, è circa il potersi adoperare il telescopio in nave, la quale per le fluttuazioni dell'onde non sia per permettere di poter fare le debite osservazioni intorno a i satelliti di Giove. La seconda difficultà, pure dal medesimo Sig. Ortensio addotta, è il mancare in coteste parti telescopi di tanta perfezione, che basti per ben distinguere le piccoline stelle concomitanti il pianeta di Giove. Domanda l'istesso Sig. Ortensio tavole e modo di usarle per poter esattamente calculare di tempo in tempo i movimenti, ed in conseguenza gli aspetti, delle medesime piccole stelle. Richiede, oltre a ciò, la fabbrica dell'orologio da me proposto, di tanta esquisitezza che basti per numerare le parti del tempo, ancorchè menomissime, senza errore alcuno in tutti i luoghi ed in tutte le stagioni dell'anno.
      Quanto alla prima difficultà, non è dubbio che si rappresenta essere la maggiore, alla quale però credo aver posto rimedio, nelle mediocri commozioni della nave; e tanto dee bastare, attesochè nelle grandi agitazioni e tempeste, che il più delle volte tolgono anco la vista del sole, non che dell'altre stelle, cessano tutte l'altre osservazioni, anzi pure tutti gli offizi marinareschi. Però nelle mediocri agitazioni penso potersi ridurre lo stato di quello che dee fare l'osservazioni ad una placidità simile alla tranquillità e bonaccia del mare; e per conseguire un tal benefizio ho pensato di collocare l'osservatore in luogo talmente preparato nella nave, che non solamente le commozioni da prua a poppa, ma nè anco le laterali delle bande, sieno punto sentite: ed il mio pensiero ha tal fondamento.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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