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      E questo accade ancora nelle parti delle circonferenze de i due quadranti inferiori, nelle quali, come se fussero canali ne i quali scendesse un globo grave, in tanto tempo passerà tutta la circonferenza dell'intero quadrante, quanto se incominciasse a muoversi 60, 40, 20, 10, 4, 2 o un sol grado lontano dall'imo punto del contatto. Accidente in vero pieno di maraviglia, e del quale ciascheduno si può render sicuro col sospendere da un filo, legato in alto, un globetto di piombo o d'altra materia grave, e quello allontanando dallo stato perpendicolare, sin che si elevi per una quarta; lasciatelo poi in libertà, si vedrà andare e ritornare, facendo moltissime reciprocazioni, grandi le prime, e poi diminuendole continuamente, sin che si riduca a non si allontanare più d'un sol grado di qua e di là dallo stato perpendicolare; e camminando sempre per la medesima circonferenza, si vedrà(232) le vibrazioni grandi, mezzane, piccole e piccolissime, farsi sempre sotto tempi eguali. E volendone più ferma esperienza, sospendansi due simili globetti da due fili d'eguale lunghezza, e slargato ed allontanatone uno per un arco grandissimo di 80 o più gradi dal perpendicolo, e l'altro due o tre gradi solamente, e lasciatili in libertà, numeri uno le vibrazioni dell'uno de i penduli, ed un altro le vibrazioni dell'altro pendulo, che si troveranno congiuntissimamente numerarne un cento, per esempio, delle grandi, quando appunto averà l'altro numerato cento delle piccolissime.
      Da questo verissimo e stabile principio traggo io la struttura del mio numeratore del tempo, servendomi non d'un peso pendente da un filo, ma di un pendulo di materia solida e grave, qual sarebbe ottone o rame; il qual pendulo fo in forma di settore di cerchio di dodici o quindici gradi, il cui semidiametro sia due o tre palmi; e quanto maggiore sarà, con minor tedio se gli potrà assistere.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584