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      Questo tal settore fo più grosso nel semidiametro di mezzo, andandolo assottigliando verso i lati estremi, dove fo che termini in una linea assai tagliente, per evitare quanto si possa l'impedimento dell'aria, che sola lo va ritardando. Questo è perforato nel centro, pel quale passa un ferretto in forma di quelli sopra i quali si voltano le stadere; il qual ferretto, terminando nella parte di sotto in un angolo, e posando sopra due sostegni di bronzo, acciò meno si consumino pel lungo muovergli il settore, rimosso esso settore per molti gradi dallo stato perpendicolare (quando sia bene bilicato), prima che si fermi anderà reciprocando di qua e di là numero grandissimo di vibrazioni; le quali per poter andare continuando secondo il bisogno, converrà che chi gli assiste gli dia a tempo un impulso gagliardo, riducendolo alle vibrazioni ampie: e fatta, per una volta tanto, con pazienza la numerazione delle vibrazioni che si fanno in un giorno naturale, misurato colla revoluzione d'una stella fissa, s'averà il numero delle vibrazioni d'un'ora, d'un minuto e d'altra minor parte. Potrassi ancora, fatta questa prima esperienza col pendulo di qualsivoglia lunghezza, crescerlo o diminuirlo, sicchè ciascheduna vibrazione importi il tempo di un minuto secondo; imperocchè le lunghezze di tali penduli mantengono fra di loro duplicata proporzione di quella de i tempi, come per esempio: Posto che un pendulo di lunghezza di quattro palmi faccia in un dato tempo mille vibrazioni, quando noi volessimo la lunghezza d'un altro pendulo che nell'istesso tempo facesse duplicato numero di vibrazioni, bisogna che la lunghezza del pendulo sia la quarta parte della lunghezza dell'altro; ed in somma, come si può vedere coll'esperienza, la moltitudine delle vibrazioni de i pendoli da lunghezze diseguali è sudduplicata di esse lunghezze.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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