Ma il significar questo alle SS. loro, che hanno uomini esquisitissimi ed ingegnosissimi in fabbricare orologi ed altre macchine ammirande, č cosa superflua, perchč essi medesimi sopra questo fondamento nuovo, di sapere che il pendulo, muovasi per grandi o per brevi spazi, fa le sue reciprocazioni egualissime, troveranno conseguenze pių sottili di quelle che io possa immaginarmi. E siccome la fallacia degli orologi consiste principalmente nel non s'essere sin qui potuto fabbricare quello che noi chiamiamo il tempo dell'orologio, tanto aggiustatamente che faccia le sue vibrazioni eguali; cosė in questo mio pendolo semplicissimo, e non suggetto ad alterazione alcuna, si contiene il modo di mantenere sempre egualissime le misure del tempo. Ora intende V. S. Illustriss., insieme col Sig. Ortensio, quale e quanto sia il benefizio nelle osservazioni astronomiche, per le quali non č necessario far andare perpetuamente l'orologio, ma basta, per l'ore da numerarsi a meridie ovvero ab occasu, sapere le minuzie del tempo sino a qualche eclisse, congiunzione o altro aspetto ne i moti celesti.
Quanto alle tavole de i movimenti de i satelliti di Giove ed al modo che io ho tenuto per calculare e fabbricare l'effemeridi, io non posso di presente interamente soddisfarle, attesochč mi trovo talmente impedito da una flussione nell'occhio destro, che mi toglie con mio grandissimo dispiacere il poter nč scrivere nč leggere pur una sola parola; ed avendo bisogno, in grazia del Signor Ortensio, per stabilire le radici di tali movimenti, di rivedere le presenti costituzioni, per poter raggiustare i loro movimenti medi, ed oltre a questo riscontrare numero grande d'osservazioni fatte in molti anni continuamente da me, non potendo prevalermi nč punto nč poco della vista, č forza che io aspetti quanto piacerā alla mia mala sorte, che forse non potrebbero passar molti giorni.
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S. Illustriss Giove Signor Ortensio
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