Desidero intendere buone nuove del suo stato, essendo io non meno desideroso della sua sanità e quiete che della mia, della quale puoco godo, ritrovandomi col solito impedimento e disgusti. Io non starò più attediandola, ma pregandole dal Signore qualche consolatione ne' suoi travagli, li faccio con ogni affetto riverenza e le bacio le mani.
Di Bologna, alli 9 Giugno 1637.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Ob.mo Ser.re
F. Bon.ra Cavalieri.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
3499.
ELIA DIODATI a GALILEO in Arcetri.
Parigi, 11 giugno 1637.
Dal Tomo III, pag. 445-447, dell'edizione citata nell'informazione premessa al n.° 1201. Delle lin. 77-91 [Edizione Nazionale] è copia, di mano di VINCENZIO VIVIANI, nei Mss. Gal., P. V, T. VI, car. 79t.
Parigi, 11 Giugno 1637.
In fine il negozio di V. S. molt'Illustre piglia buono inviamento, come dall'ultima mia de' 12 del passato(236) avrà potuto conoscere, ma molto più e con maggior certezza lo vedrà dall'allegata che il Sig. Ortensio(237) le scrive (la quale mi son dispensato d'aprire per essere informato di quello seguiva e potervi rimediare), ed anco dalla lettera del Sig. Alfonso Pallotto(238), scrittami circa quest'istesso negozio, per le quali vedrà come fra poco doveva esser mandata la risposta degl'Illustrissimi Signori Stati a V. S., con un regalo d'una collana d'oro(239): sicchè essendo in termine d'un procedere onorato, condegnamente al merito del negozio e delle persone, me ne rallegro seco con tutto l'animo, e di nuovo le confermo quello le scrissi con detta mia ultima, cioè che tenga pronto ed in ordine il telescopio con tutte l'altre particolarità da lei offerte loro per la sua proposta, non solo per soddisfargli del gran desiderio che veramente hanno di ridurre a perfezione questo negozio (come V. S. potrà vederlo dagli ordini e dalle provvisioni fatte da loro sopra ciò, mentovate nella lettera del Sig.
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