Devotiss. Servit.
Elia Diodati.
A questa lettera uniamo una "Poscritta del Deodati a Galileo", che nella prima Edizione Fiorentina delle Opere di Galileo (citata nell'informazione premessa al n.° 1201), dove vide per la prima volta la luce (Tomo III, pag. 433), è pubblicata di seguito alla lettera di ELIA DIODATI a COSTANTINO HUYGENS del 20 marzo 1637 (cfr. n.° 3449). È manifesto che quella "Poscritta al Galileo" dovette essere accodata dal DIODATI alla lettera scritta all' HUYGENS quando di questa trasmise a GALILEO la traduzione, il che fece con la presente lettera dell'11 giugno. Alla data dell'11 giugno pertanto si deve assegnare anche la predetta "Poscritta".
A questa lettera ho aggiunto l'estratto d'una di V. S. molt'Illustre, scrittami alli 27 d'Ottobre 1636(258), e cavatone gl'infrascritti capi:
1. Che V. S. propone questa sua invenzione con piena fiducia e certezza d'indubitata verità, per le prove ed esperienze fatte;
2. L'osservazioni di molt'anni fatte da lei de' periodi e moti regolati de' quattro satelliti di Giove, per poterne fabbricare le tavole e calculare l'efemeridi;
3. Il desiderio di V. S. d'avere dagl'Illustrissimi Signori Stati un'attestazione autentica della presentazione fatta loro da lei della sua invenzione, acciò la gloria, che per tale ritrovamento se le perviene, non le sia contesa nè levata;
4. La libera e franca generosità di V. S. nel confidarsi nella sincerità e magnanimità di quei Illustrissimi Signori;
5. Il valore, reputato da lei inestimabile, della sua invenzione, e la generosa sua risoluzione di non metterla a prezzo, anzi rimetterne l'estimazione all'Eccellenze loro, sulla medesima fiducia della loro virtù;
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