6. La sua profferta di dichiarar loro, con la medesima franchezza, il rimedio da lei ritrovato per la pratica dell'invenzione sul mare; il modo di fabbricare le tavole e calculare l'efemeridi, e la fabbrica dell'orologio da lei ritrovato esattissimo.
E da questi capi ne ho raccolto le conseguenze che ne risultano per confirmazione della soprascritta mia lettera.
3500.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO [in Arcetri].
Roma, 13 giugno 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 295. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
Ho ricevuta la lettera di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma, la quale mi ha mosse le lacrime abbundantemente. In risposta, non potendo per degni rispetti andare a ritrovare l'Ecc.mo Sig.r Ambasciatore(259), l'ho mandato a supplicare che mandasse qua da me persona di confidenza, con la quale potessi trattare; e così S. Ecc.za ha mandato il suo Segretario, al quale ho letta la lettera: e siamo restati che non è bene proporre da noi il negozio e la dimanda giustissima di V. S., ma che sarebbe bene operare che il Rev.mo Padre Inquisitore di Firenze con le medesime parole, se fosse possibile, in sostanza proponesse la cosa, chè così credo si spuntarà; più presto poi, quando si venga a questo, io non mancarò fare officio con l'Em.mo Scaglia(260) e con altri.
Horsù, Sig.r Galileo caro caro, allegramente. V. S. ha conturbato me assai, ed io la voglio consolare. Li mando una scrittura, fatta da me sopra gli miei avvenimenti(261): la legga e conservi senza lasciarsela uscire di mano, e mi creda che scrivo il vero.
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Arcetri Ambasciatore Segretario Rev Padre Inquisitore Firenze Scaglia
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