Roma, il 27 Giugno 1637.
Di V. S. molto Ill.re
Quello che accresce la meraviglia nel spiegato accidente, è che havendo esposto al calore del fuoco il medesimo mattone, la parte nera era poco poco più riscaldata della parte bianca; ed anco di questo credo di haveme la ragione. Ma con altra occasione gli ne darò parte; e prima sarà proposto all'oracolo.
S.r Galilei.
Devotiss.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.loDon Bened.o, Abbate di Praia.
3510.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 27 giugno 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 299. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill. et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Per la via dell'Ill.mo Sig.r Residente(286) mi vengono le lettere prontamente et sicure.
Ho fatto comprare la robba et posta tutta in un rotolo, che hoggi farò consegnare al messo del Sig.r Residente, il quale penso haverà ricevuto da lei ordine per il ricapito.
Scrissi già al Sig.r Helzivir quanto accenai a V. S. e n'aspettarò risposta, come aspettavo anco da lui lettere con altri fogli della stampa: ma questa settimana non ho veduto cosa alcuna, di che non mi maraviglio, perchè le poste vanno fallaci.
Un nostro Padre qui, che ha qualche gusto nelle cose astronomiche, mi dice che la sera con l'occhiale vede Giove falcato, di punto come la luna. Io non ho più occhi per tal effetto.
Mi rincresce nell'intimo il travaglio che V. S. ha nella vista, ma a lei non possono mancare le consolationi che seco porta una profonda cognitione delle cose humane. Io, in me medesimo provando che si manca a poco a poco, lo ricevo et come aviso et come gratie particolari di Dio e della natura.
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