In questo punto, dopo avere scritto quanto è di sopra, con grandissimo cordoglio mi vien portata la nuova funesta della morte dell'incomparabile e virtuosissimo Sig. l'Illustriss. Sig. Periese(299), seguita alli 24 del passato, della quale (sapendo quanto vivamente se ne sentirà trafitta) me ne condoglio seco cordialissimamente, sperando pure che in questa, come nell'altre occorrenze della fortuna che le sono intervenute, non le mancherà la solita costanza per moderarne il dolore, e che la ragione vincerà in lei l'eccesso dell'affetto; poichè a simili persone eroiche e dignissime dell'immortalità non è stato in questa parte concesso dal Cielo alcun privilegio, oltre la sorte comune di tutti gli uomini, anzi spesso sono di vita più breve. Esso era di cinquantasei in cinquantasette anni pel più.
3516.
GIOVANNI PIERONI a [GALILEO in Arcetri].
Praga, 9 luglio 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 33-34. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re P.rone Col.mo
Mi è accaduto, con particolarissimo mio contento, di trovarmi in Praga questi giorni che ci è arrivato il Ser.mo Principe Mattias, per poter riverire e servire l'A. S., e poi per haver da tanto Principe nuove di V. S. Ecc.ma tanto mio Signore, et al particolare haver occasione di riferire all'A. S. Ser.ma quello che hora intendo riferire ancora a V. S. Ecc.ma circa la stampa del suo libro.
Doppo che V. S. Ecc.ma, pensando ch'io dovessi ritornar costà, mi scrisse che io glielo rimandassi, non potei risolvermi così presto, perchè veddi vacillare la licenza, come in effetto non la ottenni; però presi risolutione poi di tirar avanti lo stamparlo.
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