Il giovane non vedeva l'hora di fare la seconda prova, ma non potè così presto; finalmente, passati alcuni giorni, corse la seconda lancia. Hora qui ci fu che fare assai a ridurre il filosofo, prima, a prestare fede ed assenso all'esperienza, negandola egli francamente, e poi mettendola in dubbio, e poi cautelandola con quattro cautele, avvertendo che le esperienze dovevano essere fatte con gran circonspezzione. La prima cautela fu, che bisognava farla in tutte le sorti di bianco; la seconda, in tutte le sorti di nero; la terza, che era necessario fare l'esperienza in tutte le materie; e quello che importava molto per assicurarsi bene (ed era la
quarta cautela), il tutto si doveva fare alla presenza di uno che fosse dell'opinione contraria: ed assegnò la ragione in lingua latina perchè si ricercava questa ultima cautela; "Imperochè" disse "incredibile est quantum quis sibi ipsi aplaudat". Ma il Sig.r Carlo, che pur troppo chiaro teneva il fatto, si portò tanto valorosamente, che il filosofo si ridusse a mettere mano alle più alte e sottili specolazioni della più recondita e profonda filosofia. Ma prima di passare più avanti, vengo tirato, come per digressione, a considerare alcune cose in questo caso.
La prima delle quali è, che pare che l'intelletto ed il cervello di questo filosofo si ritrovi molto più pronto e facile a prestare l'assenso alle conclusioni false che alle vere; poi, mostra parimente che più facilmente si riduce a filosofare intorno al falso che intorno al vero.
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Carlo
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