Due altre esperienze mi restano da fare, e poi prometto a V. S. di mandargli certo mio pensiero intorno a questo proposito, sottomettendolo alle sue correzzioni, da me stimate più che gli applausi di altri. Bacio le mani al Sig.r Peri, ed a V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma fo riverenza.
Di Roma, il 9 d'Agosto 1637.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.maDevotis.o ed Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Benedetto Castelli.
3540**.
ROBERTO GALILEI a GALILEO in Arcetri.
Lione, 12 agosto 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 41. - Autografa.
Molto Ill.e Sig.r mio P.ne Col.mo
Solevo sempre ricevere consolatione alla ricevuta delle sua lettere, ma in questa d'adesso, dactata de' 17 del passato, di S. S.a è seguito il contrario, e se la mi ha portato disgusto Dio lo sa, in havermi dato conto particolare della sua grave indispositione. Sì per affetto, sì per obligho, le conpatisco più che se fussino nella mia propia persona, riverendo lei al pari della propia vita. Altro non li posso dire per ogni consolatione, che la pacientia è virtù che viene a capo d'ogni cosa, e che insieme si degni di moderare il suo dispiacere per non dare consequentia al male, che potria maggiormente alla sua salute pregiudicare: al che Dio non piaccia, anzi spero quanto prima sentire il meglioramento delle sue tante indispositione e havere nuova del suo meglio stato.
Oltra li pieghi che S. S.a mi accenna havere ricevuto, spero che di poi altri gli ne saranno capitati, mandati sotto coperta del'Ill.mo S.r Cav.re Gondi(372), e massime uno per il quale il gentilissimo S.re Diodati li dava conto come dalli SS.ri Stati d'Olanda era stato ricevuto con applauso generale l'invensione delle sua longitudine, e che finitene le prove ne poteva sperare honorata riconpenza di questa sua nobilissima fatica; intanto andavano preparando una catena d'oro in segnio di gratitudine, che, passandomi fra le mane, gli ne farò sicuramente havere.
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