Questo non dico già nella educazione del sopradetto fanciullo, poichè è stato dato in governo ad un sacerdote honoratissimo e conosciuto da me di lunga mano per persona di bontà insigne; e spero in Dio che si andarà continovando a mantenergli appresso huomini di garbo e valore, acciò possa riuscire pari a' suoi antenati ed avi, lumi splendentissimi non solo della città honorata di Brescia, ma di tutta l'Italia.
Da tutto questo progresso desidero che V. S. faccia la conseguenza, che io non ho scritto nell'altra mia con derisione la soluzione di quel filosofo, anzi vengo a sottoscrivermi alla sua sentenza e parere; e così pretendo di haverlo honorato, come farò sempre. Nè pretendo di guadagnarmi per questo appresso di lui grazia nessuna, perchè so che tale è l'obbligo mio, al quale se non sodisfacessi, sarei degno di biasimo(375): come a punto accaderebbe, se io per disgrazia mi ritrovassi privo del naso, sarei ben mostrato a dito e biasimato da tutti; ma per havere il naso non ho mai ritrovato pur uno che mi habbia lodato di tale prerogativa. E tanto basti in mia diffesa.
Ma ritornando al proposito nostro, io considero che quando viene rappresentata all'intelletto nostro qualche insolita conclusione nella natura, subito si eccita in noi la maraviglia, ed indi nasce la curiosità di saperne la ragione, nè mai la mente nostra si quieta sino che con il discorso che ella va facendo, per altre ed altre conclusioni antecedenti note, e che come note non hanno del maraviglioso, si conduce finalmente a cascare con necessarie conseguenze in quella che prima ci era stata rappresentata con maraviglia; ed allhora non solo cessa affatto la maraviglia nostra, che la cosa stia in quel modo, ma ci sarebbe molto più maraviglioso se la caminasse d'altra maniera, diversa da quella che ci ha scoperto il nostro discorso.
| |
Dio Brescia Italia
|