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      Imperò che noi vediamo che il calore che procede dal lume solo, riscalda notabilissimamente più il nero che il bianco (caeteris paribus); e per il contrario, il calore del fuoco solo senza lume riscalda egualmente il bianco ed il nero; ma il calore che depende dal fuoco con il lume del fuoco riscalda con qualche poco di vantaggio più il nero che il bianco. Dalla diligente osservazione di queste cose, e per molti altri riscontri nella natura, habbiamo una gran differenza nell'operare di questi caldi, a' quali per dargli qualche nome, chiamaremo calidi luminosi semplicemente quelli che vengono prodotti dal lume solamente, a differenza di quelli che vengono prodotti dal fuoco solamente senza il lume, quali chiamaremo calidi fuocosi, e calidi misti chiamaremo quelli che dependono parte dal lume e parte dal fuoco.
      In oltre metto in considerazione un'altra grandissima differenza tra la luce ed il calore: la quale è, che la velocità della luce è d'infinito intervallo superiore alla velocità del fuoco, come che quella arriva al sommo grado di velocità, e forsi si fa in instanti, e questa si fa in tempo; quella risiede nell'ultima divisione e partizione, e questa risiede assolutamente nei corpi di quantità ancora divisibile in minor mole. La luce, se si ridurremo a contemplare la sua finezza, ritrovaremo che non è possibile che possa mai, con un suo minimo, urtare in corpi nè in particelle corporee che siino minori di lei; ma bene il calore del fuoco può incontrare minuzie di corpi molto minori delle parti che fanno il calore del fuoco.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584