Io dubito che darò nel ridicolo con queste tanto sottili sottigliezze. Forsi non sarò ridicolo a quelli che hanno fatto il gusto a molto maggiori minuzie e sottigliezze, come sono quelle che adopra la natura per farci una linea incommensurabile di lunghezza ad un'altra, e più quelle minuzie quando la medesima natura ce la rende incommensurabile ancora di potenza, e finalmente quelle altre, incomprensibilmente minori di queste, le quali sono bene maggiori del niente sì, ma restano minori di qualsivoglia cosa imaginabile da noi.
[vedi figura 3541.gif]Ma tornando al proposito nostro, voglio, per maggiore dichiarazione di questo pensiero, esplicarmi ancora con un poco di disegno. Intendinsi due piani AB, CD, nelli quali caschi dalle parti B e D un raggio solo EF, per minor confusione (che poi da questo solo s'intenderà il medesimo delle infinite moltitudini delli altri), e caschi nel piano AB in F, il quale, dovendo riflettere con angolo eguale a quello dell'incidenza, rifletterà, ver. gr., in G nell'altro piano CD, e d'indi risaltarà in H, poi in I, e di lì in L, etc.; di modo che non ritrovarà strada di uscire, anzi li converrà restare sepolto fra gli detti due piani. Hora, se noi a questo pensiero pronunziato da me forsi troppo temerariamente e rozzamente, aggiongeremo quello che V. S. con esquisita, sottile ed altissima maniera discorre della natura del caldo nel suo Saggiatore(378), mi pare che haveremo assai probabile ragione di dire che i lumi, come velocissimi in altissimo grado, possono ancora in assai veloci muovimenti e spezzamenti eccitare quelle particelle che compongono i sodetti piani, e per conseguenza produrre il calore; il quale calore assolutamente non intendo, come ben dice V. S., che si faccia con altro che col transito de' corpi, sì che non intendo che il lume per sè stesso produca il caldo in altro modo.
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Saggiatore
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