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      Ma subito fermatomi saldamente, ed accortomi del mio errore e detestando cotale empietà, venni in ferma credenza e deliberazione, che molto maggiore e molto più stolta, empia ed essecranda sceleragine era stata quella di coloro che si erano ridotti a tanta bassezza, viltà ed ignoranza, che havevano adorato per Dio un altro huomo semplice, tanto debole e tanto vile, che occupandosi ancora intorno a minime cose (quasi l'ho detto) veniva impedito dal farne non solo delle maggiori, ma ancora delle minori; e così conclusi che infinito ed immenso era l'obligo nostro di adorare solamente l'onnipotenza, la sapienza, la prudenza, la giustizia, la misericordia e la previdenza infinita di Dio, la quale egualmente si applica alle cose grandissime ed alle piccolissime, nè mai intraviene che una delle sue operazioni, per minima che ella sia, venghi impedita dalle altre, applicandosi a tutte e a ciascheduna con tutta la Sua efficienza, per condurla a quel grado di perfezzione che è già ab aeterno nel Suo altissimo decreto, e questo opera in ciascheduna cosa come se non havesse da fare altro: e mi venne in mente l'accuratissima providenza e la profonda sapienza di Dio, applicata egualmente alle cose minime ed alle massime, a segno tale che si applica per sino a numerarci i capelli del nostro capo: Omnes capilli capitis vostri numerati sunt, dice Dio stesso; la quale numerazione, benchè sia intorno a una cosa minima, siamo forzati a confessare che sia fatta tanto perfettamente e tanto esattamente e con la medesima esquisitezza, come fa quell'altra numerazione stupenda e maravigliosa quando numerat multitudinem stellarum et omnibus eis nomina vocat.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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