Mai li medici vi trovarono rimedio. Venne a visitarlo Francesco Contarini, ch'era stato Bailo a Costantinopoli e morì Doge di Venetia: narrò, che occorsoli caso simile nel suo bailaggio, un Turco li fece prendere un matone, o pietra cotta, e scaldata quanto potesse sopportare, involta la faceva applicare alle sole de' piedi. Facessimo l'istesso al P. Maestro: fosse overo il male al periodo o altro, li giovò assai. Le ricette di mastro Grillo alle volte sono migliori che quelle di Galeno.
Risponderò più fondatamente alle sue, parlato c'haverò col R.mo Abbate Spinelli. Tra tanto assicuro V. S. che sono tutto suo, e pregandoli sanità le bacio di cuore le mani.
Ven.a, 15 Agosto 1637.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo Ser.
F. F.
3543**.
GIOVANNI REIJUSK a GALILEO in Arcetri.
Venezia, 15 agosto 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 318. - Autografa.
Molto Ill.re S.re mio Oss.mo
De Padova me fu mandato dal S.re Deweert(387) la grattissima sua di primo stante. D'essa vedo che la mia(388) l'era pervenuto senza saper da chi era stato mandata, che l'indrissemmo di qui sotto coperta del S.re Depositario Cerra(389). Però giudico sarà meglio V. S. indrissi mie lettere in Firenza al S.re Giorgio Eberz, che sicuramente me perverano, come farà questa a V. S., che li invio queste altre dal S.re mio ger[m...] Reale(390). V. S. se ne servi, e mi comandi in quello vaglio in suo servitio. Con che fine gli baccio le mani.
Di Ven.a, adì 15 Agosto 1637.
Di V. S. molto Ill.reSer.re
Gio. Keijusk.
Fuori: Al molto Ill.re S.re mio Oss.mo
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