Il Sig.re Galileo Galilei, inArcetri.
3544*.
GIROLAMO SPINELLI a [GALILEO in Arcetri].
Venezia, 15 agosto 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 321. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Col.mo
Ricevo la lettera di V. S. Ecc.ma con quel gusto, et la leggo con quella tenerezza, che si conviene alla sincerità et candore dell'antica amicitia nostra, stabilita sopra fondamento delle virtù sempre amabili e sempre care.
Intendo lo stato di poco buona salute, che mi muove alle lagrime in riguardo della eterna prosperità che si doverebbe alla virtù et al merito di un suo pari. Ma in fatti noi siamo huomini, et ci conviene acquetarsi alla disposition divina in tutte le cose.
La scusa che fa V. S. Ecc.ma per il silentio tenuto sarebbe una espressa accusa contro di me, mentre la sicurezza del nostro reciproco affetto, che non ha bisogno di testimoni scritti, non ci assicurasse da ogni colpa.
La occlusa al P. M. Fulgentio la consegnarò domani, et procurerò di servire il nostro carissimo P. Abb.e Castelli, ancor che il negotio patisca grandissime durezze, come facilmente intenderà V. S. Ecc.ma dal sopradetto M. Fulgentio(391). Comunque si sia, a me basterà di servir l'amico nella maniera affettuosa ch'io devo, et nel rimanente render gratie a lei, che con questa lettera mi ha porta occasione di significarle lo stato mio buono, per la Dio gratia, et attestarle la continuatione della mia divotissima et obligatissima volontà verso di lei, già che dell'amor suo verso di me io non ho mai potuto dubitare.
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