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      Non mancherò per fine di pregare et far pregar Dio benedetto che conceda la pristina salute e tranquilità a V. S. Ecc.ma, alla quale io bacio cordialmente e teneramente la mano.
     
      Di Venetia, li 15 Agosto 1637.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
     
     
      [vedi figura 3544.gif]
     
     
     
      3545.
     
      BONAVENTURA CAVALIERI a GALILEO in Arcetri.
      Bologna, 18 agosto 1637.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 324. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
     
      Compatisco grandemente l'infirmità di V. S. Ecc.ma e deploro vehementemente l'infortunio di molti miei amici e padroni, tra' quali ella tiene il primo luogo, poichè, per maggiormente accrescersi i miei travagli, cagionati e dalla mia infermità continua e da quello che tante volte li ho scritto, non ne sento se non cattive nuove, o di infirmità corporale, o di disgusti, che mi fanno credere o che le stelle habbino congiurato contro di noi, o che il Fattore di quelle ci vogli per questa via tenere staccati dalle cose di questo mondo, sopra le quali veramente poco fondamento si può fare. Se niun huomo sa comportarsi nelle afflittioni, credo lo saprà far lei, che tanto intende e tanto sa. Dolce cosa veramente saria il vivere, se non se ne pagasse così grand'usura di continui travagli e dolori, massime a chi si ritrova come lei in quella età che per sè sola porta titolo d'infirmità. Tuttavia parmi che da una vita penosa se ne cavi questo vantaggio, di incontrare con maggior corraggio la morte, peritissima medica delle nostre infirmità e certissimo fine de' presenti travagli.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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