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      Carcavi, che se si sgomentassero per la spesa, scrivendomi sopra ciò la loro intenzione, si vedrà di sodisfarli. Del resto le dirò che il pensiero di esso Sig. Carcavi, conforme all'opinione della maggior parte de' dotti, sarebbe di farle stampar non tradotte in latino, ma italiane, come sono state composte da lei (e così ne ho scritto agl'Elsevirii), essendo egualmente ammirata la sua dottrina e viva chiarezza de' suoi concetti, la qual si crede non poter esser espressa per qualsivoglia traduzione: sopra che piacerà a V. S. dirmene la sua volontà.
     
     
     
      3547*.
     
      GALILEO a [ELIA DIODATI in Parigi].
      [Arcetri], 22 agosto 1637.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. V, T. VI, car. 86t. - Copia di mano di VINCENZIO VIVIANI, che premette quest'indicazione: "G. G. 22 Agosto 1637".
     
      Piacemi sentir che si sia dato principio all'intaglio delle figure delle macchie solari, per venire alla stampa dell'opere. Delle quali V. S. mi domanda l'Uso del Compasso Geometrico, ma non se ne trovan più già son molti anni, e due o tre che sono in mano d'amici miei, non se ne vogliono in conto alcuno privare; anzi ultimamente bisognò farne fare una copia manuscritta per l'Ill.mo Sig. Conte di Noailles, dal quale si potrà averla sinchè se ne fabbrichi costà la stampa. Si va continuando la traduzion latina del resto delle mie opere, e già ci è quella delle cose che galleggiano e quella delle macchie solari, et ora si va lavorando sopra il Saggiatore, con speranza che tali traduzioni siano per riuscire intelligibili e chiare non meno delle mie volgari.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVII. Carteggio 1637-1638
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 584

   





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