Spero, rinfrescandosi, esser a riverirla di persona ed a ricevere quelle instrutioni ed avvertimenti che mi può dare e la prudenza ed il cortese affetto del mio Sig.r Galileo; ed affettuosamente li bacio le mani.
Di Siena, il 23 Agosto 1637.
Di V. S. molto Ill.re ed Eccl.maAff.mo ed Obbl.mo Ser.re
Alesandro Marsili.
3550**.
LATTANZIO MAGIOTTI a GALILEO [in Arcetri].
[Firenze], 31 agosto 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 328. - Autografa.
Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio,
Ho inteso quanto m'ha referito il R.do P.re F. Francesco(395), e giudico bene che V. S. Ecc.ma s'astenga da questo latte di mandorle, poichè lo stomaco suo non lo digerisce. Potrà far la sera in quel cambio bollire un poco di lattuga nella sua minestrina, e non volendo la lattuga, mangiar solo la minestra; benchè potrà anche talvolta mangiar la lattuga doppo cena, cotta nel brodo, com'è detto.
Intanto io lodo che alle volte V. S. Ecc.ma si bagni le mani et i piedi con l'infrascritta lavanda, doppo cena; e potrà anche bagnarsene un tantino la gola, le tempie e le narici del naso.
Piglinsi:
di lattuga,
una manciatina per sorte;
di foglie di viole mammole,
capi di papaveri acciaccati n.° tre o quattro.
Si bolla il tutto in sufficiente quantità d'acqua rosa, fin che l'herbe paiono cotte; poi si coli e sprema; et alla colatura s'aggiunga:
vin bianco buono, la quarta parte e manco; cioè a una libbra di detta colatura s'aggiunga due oncie e mezo di vino, per servirsene nè freddo nè caldo, doppo cena.
Con tal fine prego a V. S. Ecc.ma ogni contento, e li bacio la mano.
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