Circa la lettera che V. S. mi ha mandata per il Sig. Realio, ho da dirle che mi son trovato sorpreso vedendo che assolutamente e senza riserva alcuna V. S. gli promette di mandar a gl'Ill.mi SS.ri Stati il suo caro e senza pari telescopio(404), parendomi che in questo V. S. si faccia un gran torto et a S. A. S., a cui sola et a' suoi posteri con ragione, doppo la morte di V. S., legittimamente spetta, come insegna e trofeo dello scoprimento delle nuove Stelle e della sublimazione in cielo dell'augusto nome Mediceo, per restare in perpetuità appeso, come reliquia sacra collocata da lei, nel tesoro ducale con gloria eterna della sua memoria. Onde non averei voluto che V. S. molt'Ill.e, per desiderio di promuovere il suo negozio co' detti SS.ri, contravvenisse ad una giustizia tanto evidente, valendosi senza necessità della pronta benignità di S. A. a dispensarnela, etc.
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ALESSANDRO NINCI a [GALILEO in Arcetri].
S. Maria a Campoli, 15 settembre 1637.
Bibl. Naz. Fir. Appendice ai Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 165. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio P.ron Col.mo
Pensavo di venire domattina a congratularmi con V. S. di quel miglioramento che lei mi avisa nella sua cortesissima lettera; ma perchè m'avegho che ancora mi bisogna procrastinare, suplisco in tanto con la presente, augurandoli felice progresso nello sgravio del male e resarcimento delle forze, di che pregho Dio che mi faccia verace augure, come io ne sono ansioso aspettatore.
Rimando tre fogli della mia copia(405), con altr'e tanti de' dodici che ho riceuto, acciò V. S. mi facci avertire se v'è cosa di che io possa e sappia emendarmi, perchè il desiderio ardentissimo che havevo di servirla in questo particulare, come in ogn'altra cosa, s'è multiplicato in infinito, dal diletto che io trovo in questo esercizio.
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