Ricevo la lettera di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma, nella quale mi avvisa che l'occhiale è capitato in mano al Ser.mo Padrone Gran Duca nostro. Io sento mortificazione di non havere mandata cosa che habbia merito di comparire avanti S. A. Ser.ma, ma spero che quello che non ho fatto con questo farò con altri, e forsi presto. Per l'ordinario che viene mandarò i due corti, che credo saranno di gusto.
Il Sig.r Dino Peri mi scrive di quel pittore(415) francese che dipinge la luna. Io qui sono necessitato a scrivere a V. S. le mie miserie. Non essendo mai stato assoluto dal voto della povertà, non ho potuto mantenere questo pittore come haverei desiderato; e però non ho altro da mandare che le incluse bozze, fatte con gran scommodo, e non con tempi continovati, come sarebbe stato necessario. Ma la verità è che questo giovane mi pare il caso per fare questo servizio, essendomi riuscito molto meglio di tutti quelli che ho provati in simile impresa. Questo è il medesimo che ha servito quel Monsù di Peyres francese(416), che ha fatto intagliare in rame i disegni che si diceva che erano tanto maravigliosi, i quali però non sono ancora comparsi in Roma. Ma il nostro mi dice che il mio occhiale è molto meglio di quello di Monsù di Peyres, e che li dà l'animo di fare meglio assai ancora di queste bozze, che mando a V. S., acciò, se li pare bene, le dia al Sig.r Dino, per mostrarle al Ser.mo Gran Duca. Io credo che si potrebbe disporre questo pittore a venire a Firenze, quando fosse per servire a S. A. Ser.ma: per quanto l'ho pratticato, è bonissimo figliuolo, ed è per stare tutta la notte con pacienza a lavorare.
| |
Padrone Gran Duca Dino Peri Monsù Peyres Roma Monsù Peyres Dino Gran Duca Firenze
|