Molto Ill.re Sig.r mio Oss.mo
Ricevo il favore che V. S. mi fa delle zatte e delle simiane, e tanto più vivamente ne la ringrazio, quanto, in riguardo del grand'asciuttore che corre, è veramente regalo desiderabilissimo.
Ho sentito con straordinario gusto il suo buon stato di salute, e rimango continuamente pregando Dio che glie la continovi, con ogni più vera contentezza. E perchè pretendo di sodisfare al mio debito anche quest'anno in servirla del vino, la prego ad accennarmi di qual sorte maggiormente si sodisfaccia, giachè io non ho altra ambitione che d'incontrare il suo gusto; e V. S. sa che può meco trattar senza cerimonie, mentre io le vivo il più sincero e divoto servitore che ell'habbia, e le bacio con ogn'affetto le mani.
Siena, 28 Sett.e 1637.
Di V. S. molto Ill.reDevot. Ser.
A. Ar.o di Siena.
3568.
MARTINO ORTENSIO ad ELIA DIODATI in Parigi.
Amsterdam, 1° ottobre 1637.
Dal Tomo III, pag. 449-450, dell'edizione Fiorentina citata nell'informazione premessa al n.° 1201. - Questa lettera si legge anche a pag. 53-54 del Liber secundus de conspiciliis ecc., Hagae-Comitum, ex typographia Adriani Vlacq, M.DC.LV, citato nell'informazione premessa al n.° 3521.
Amplissime Domine,
Vide, quaeso, ex literis D. Galilaei, quam necesse sit me ipsum adire et praesentem convenire, ad promovendam(422) rem istam incomparabilem. Ego perfectionem inventi eius attonitus legi, et miratus sum; neque telescopium tam perfectum usque hactenus visum neque auditum fuit, quale Galilaeus promittit. Etiam hoc solum meretur ut Italiam petam quam ocissime.
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