Io non vuo' scemar le some, perchè a lei auguro sanità da potergnene raddoppiare; ed essendo la vendemmia andata senza pioggia, V. S. prepari vasi e luogo che non dia occasione di rinforzare.
Quel mellone smisurato arrivò un po' fatto, ma non dimeno riuscì benissimo. E perchè il regalo mi venne in mattina ch'havevo due Giesuiti a desinar meco, per pospasto li lessi il libretto di che V. S. mi favorì costì in Firenze, e li prometto che non sapevan che dirsi.
Per scordanza, non resi a V. S. i baciamani del S.r Marsilii. Ma non venendo la Corte a Siena, sarà egli in breve a baciar a V. S. le mani costà. Vorrei che mi potesse dare buone nuove della salute di V. S., se non quale da Dio le prego, almeno megliori di quando io la veddi ultimamente. E con baciarle con ogni affetto le mani, le confermo che ella non ha di me il più vero e parziale servitore.
Siena, 6 Ott.e 1637.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo Galilei.
Devot. Ser.
A. Ar. di Siena.
3572.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO [in Arcetri].
Roma, 10 ottobre 1637.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 50. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re e P.ron Col.mo
Ieri il Segretario dell'Ecc.mo Sig.r Ambasciatore di Toscana mi portò 30 scudi per l'occhiale(429), i quali, così povero come sono, presi mal volentieri, e mi sarebbe stato più caro che il Ser. Gran Duca si fosse compiacciuto ritenersi l'occhiale, quale di già io havevo pagato. Mando a V. S. i due vetri per essitargli, ed uno per V. S.: il prezzo di due è di scudi 18; il terzo, a elezzione sua, lo riceverà in dono, quando habbia da servire per lei.
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